Le aziende e le tipologie di rifiuto
Qualunque tipo di attività produttiva, tra cui quelle artigianali, genera rifiuti speciali. I rifiuti industriali rientrano nella categoria dei rifiuti speciali e, più nello specifico, sono quelli originati dalle attività di produzione.
Le amministrazioni locali sono tenute a regolare e controllare la gestione dei rifiuti domestici: come cittadini conferiamo i rifiuti solidi urbani agli appositi cassonetti per ripartirli secondo i criteri della raccolta differenziata. Oppure, nel caso delle aree in cui sia previsto, si fa ricorso alla raccolta porta a porta dei rifiuti divisi secondo le macrocategorie del differenziato.
Per quanto concerne i rifiuti speciali, invece, la norma prevede che questi abbiano una gestione diversa: le attività produttrici nel trattamento dei rifiuti speciali devono infatti fare ricorso ad aziende autorizzate alla loro gestione.
Solo le aziende regolarmente iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali infatti sono autorizzate ad operare nel settore.
Ma quali sono nel dettaglio le aziende produttrici di rifiuti speciali?
Tutti gli scarti riconducibili ad attività industriali, artigianali e commerciali, di qualunque comparto, così come tutti i rifiuti prodotti dalle attività che fanno parte del settore produttivo, agricolo ma anche dei servizi, sono rifiuti speciali.
In buona sostanza è un rifiuto speciale qualunque scarto che non si possa dire un rifiuto domestico.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali deve avvenire in modo corretto, ovvero secondo le modalità disposte dalle direttive (europee e nazionali) in materia. Queste intendono prima di tutto contenere l’impatto ambientale delle attività produttive e a tal fine vengono periodicamente aggiornate seguendo criteri di sostenibilità e tutela dell’ambiente.
La norma prevede che chi produce rifiuti industriali sia anche legalmente responsabile del loro idoneo smaltimento. Anche per questa ragione è opportuno per le aziende individuare un partner affidabile che possa assisterle nella gestione ambientale.
La soluzione per lo smaltimento dei rifiuti industriali non è né può essere generalizzata e uniformata per tutte le aziende, neppure nel caso di un unico settore: la gestione dei rifiuti speciali deve necessariamente essere una soluzione specifica per ogni realtà industriale, commerciale o di servizi.
La raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti industriali
Come accennato in precedenza, il trattamento dei rifiuti industriali non segue l’iter di quelli domestici. Ciò non dipende dal fatto che si parli di rifiuti pericolosi e non pericolosi, né dalla quantità di rifiuti prodotti: le attività di gestione sono diverse.
Nel caso dei rifiuti domestici, la raccolta differenziata non prevede l’identificazione di ciascun rifiuto né l’attribuzione del codice di riferimento, quando si parla di trattamento di rifiuti industriali, invece, queste attività sono d’obbligo.
La filiera di gestione dei rifiuti industriali inizia con l’esame e lo studio dei rifiuti: è necessario che ciascun rifiuto disponga del proprio codice CER (o codice EER) di riferimento, una sequenza numerica che distingue il rifiuto a partire dalla tipologia di attività che l’ha prodotto, il processo con il quale si è originato e in ultimo la tipologia del rifiuto stesso.
Con l’identificazione dei rifiuti industriali viene individuata anche la loro caratteristica di pericolosità. Questa non riconosce unicamente le sostanze pericolose in sé, ma anche tutti gli scarti o gli imballi che sono stati a contatto con sostanze pericolose e che quindi a loro volta richiedono recupero e smaltimento dedicati.
L’attributo di pericolosità risulta molto importante per le aziende e le imprese che, nella realizzazione del prodotto finito, ricorrono a lavorazioni industriali che coinvolgono materiali o sostanze pericolosi. Nel momento di smaltire gli imballi che hanno conservato queste sostanze sarà infatti opportuno identificare nel modo corretto il contenuto così da poter gestire il rifiuto da imballo contaminato in modo sicuro e conforme.
Un esempio pratico, lo smaltimento dei rifiuti da imballaggi contaminati CER 150110*
Con il fine di avviare un regolare iter di smaltimento rifiuti può essere necessario in qualche caso effettuare un’analisi chimica di un campione dei rifiuti in laboratorio in modo da attribuire correttamente il codice di identificazione.
In base a ciascun codice, quindi a seconda dei rifiuti industriali, le attività di gestione così come le operazioni di recupero dei rifiuti e il loro successivo smaltimento sono diverse.
Ecodep è specializzata nella gestione di rifiuti CER 150110* con due linee di trattamento specifiche.
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I documenti per lo smaltimento: il Registro di carico e scarico e il Formulario di Identificazione
Costituisce parte integrante della gestione del recupero dei rifiuti la compilazione della documentazione necessaria da accompagnare o descrivere le diverse fasi.
I documenti ai quali si fa riferimento sono due e dall’adozione del RENTRI si può parlare di digitalizzazione dell’iter di recupero e smaltimento:
- il Registro di carico e scarico: è il documento nel quale vengono riportate cronologicamente le attività di produzione dei rifiuti (carico) e quelle di invio a recupero o smaltimento (scarico);
- il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR): è il documento che accompagna il trasporto dei rifiuti in cui sono riportate tutte le informazioni su produttore, trasportatore e destinatario.
Con l’entrata in vigore del Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti tutti i materiali fanno capo ad un’unica piattaforma digitale. Va però precisato che l’adeguamento al nuovo sistema è previsto per scaglioni che vanno dai 18 ai 30 mesi complessivi.
Il Registro di carico e scarico dà prova della tracciabilità dei rifiuti a partire dalla loro produzione fino al momento dell’invio a smaltimento.
I soggetti obbligati alla tenuta di questo documento sono individuati all’interno del Testo Unico dell’Ambiente (D. Lgs. 152/2006) precisamente all’articolo 190.
All’interno del Registro di carico e scarico, per ogni tipologia di rifiuto sono riportate sostanzialmente tre classi di informazioni:
- la prima riguarda la quantità di rifiuti prodotta o trattata;
- la seconda concerne l’origine di tali rifiuti;
- la terza riguarda la quantità di prodotti e materiali ottenuti dalle operazioni di trattamento (nello specifico le operazioni come la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, altre operazioni di recupero e, qualora previsto, gli estremi del FIR).
I Registri, che devono essere disponibili alle autorità per il controllo in qualunque momento, sono conservati per un periodo di tre anni a partire dalla data dell’ultima registrazione.
Il FIR (acronimo per Formulario di Identificazione dei Rifiuti) è il documento che permette di avere un controllo sul trasporto e quindi sui flussi che conferiscono a recupero o smaltimento i rifiuti industriali.
Introdotto e regolato dal Testo Unico Ambiente (D. Lgs. 152/2006) all’articolo 193 comma 1, il Formulario di Identificazione viene emesso dal produttore o dal detentore dei rifiuti e vidimato come previsto (se cartaceo o digitale).
I soggetti responsabili del Formulario di Identificazione sono il produttore e il detentore, in base alle informazioni di competenza di ciascuno.
L’impatto ambientale di una corretta gestione dei rifiuti speciali
Nella gestione dei rifiuti industriali, siano rifiuti pericolosi o non pericolosi, le attività di recupero devono essere disposte ed effettuate nel modo corretto, pena il rischio di sanzioni per chi non adempie a quanto previsto dalle normative.
Lo smaltimento dei rifiuti tiene conto dell’impatto ambientale che le attività commerciali e produttive hanno sull’ecosistema e prevede per i rifiuti industriali un iter che promuove il riciclo e l’economia circolare.
Le politiche di sostenibilità valorizzano modelli strategici all’interno dei quali gli scarti possono riacquisire valore ed essere reintrodotti nelle lavorazioni industriali e nei percorsi produttivi come materie prime.
Si tratta di un paradigma virtuoso che, oltre ad essere eticamente condivisibile, è dettato e incentivato dall’Unione Europea che interviene sui modelli economici per incoraggiare soluzioni che da un lato riducano la produzione di rifiuti industriali, dall’altro ne prevedano poi riuso e riciclo.
Ecodep è il partner ambientale che si occupa dello smaltimento dei rifiuti industriali affiancando le aziende in tutti gli step della filiera di gestione degli scarti.