I rifiuti urbani e i rifiuti speciali
Quando si parla di intermediazione rifiuti e quindi della loro gestione, il riferimento per le aziende è principalmente riferita ai rifiuti speciali e non ai rifiuti urbani.
Il trattamento dei rifiuti è gestito diversamente nel caso di rifiuti industriali ovvero scarti provenienti da attività commerciali, lavorazioni industriali o attività produttive e di rifiuti solidi urbani.
I rifiuti solidi urbani sono i rifiuti domestici e la loro gestione compete in genere alle amministrazioni locali. I rifiuti speciali, invece, sono tutti gli scarti che non provengono da ambiente domestico e che conseguentemente richiedono di essere avviati a recupero e smaltimento con un iter dedicato.
Questa differenziazione non è legata unicamente alla distinta tipologia di rifiuto prodotta nei due ambienti, evidentemente in casa non vengono generati gli scarti che invece si ottengono dalle attività produttive, né la quantità può essere assimilabile, questa diversificazione fa piuttosto riferimento al fatto che nel caso di rifiuti speciali è necessario ricorrere ad un partner per la gestione dei rifiuti speciali e ambientali.
Si parla di intermediazione rifiuti quando nel trattamento è coinvolta un’impresa che gestisce il recupero o lo smaltimento dei rifiuti speciali per conto terzi.
La normativa prevede che questa figura sia iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, specificamente all’interno della Categoria 8, che interessa appunto “Intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione”.
L’intermediario rifiuti non è né può essere un singolo professionista, in quel caso si può eventualmente parlare di waste manager, l’inquadramento normativo prevede infatti che l’intermediazione rifiuti sia in capo unicamente a uno stabilimento o impresa.
È bene precisare che alla figura dell’intermediario possono essere demandate tutte le incombenze giuridiche e tecniche necessarie alla corretta gestione dei rifiuti
Il trattamento dei rifiuti da lavorazioni industriali
La gestione dei rifiuti aziendali può coinvolgere rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, le attività di recupero e smaltimento evidentemente sono molto diverse in base alla tipologia di rifiuto.
Il nodo centrale del trattamento dei rifiuti speciali riguarda la loro tracciabilità: questo consente non solo di ridurre l’impatto ambientale e promuovere un’economia circolare ma anche di contrastare gli illeciti e favorire una regolamentazione condivisa a livello europeo.
L’intermediario rifiuti, la cui figura è definita all’interno del cosiddetto Codice Ambientale o Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152/2006 art. 183) e dal Regolamento comunitario (CE n. 1013/2006) è identificato dall’impresa che dispone il recupero o lo smaltimento per conto terzi anche nel caso in cui non prenda materialmente possesso dei rifiuti.
L’impresa responsabile dell’intermediazione rifiuti può essere esecutore del trasporto per il conferimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, in questo caso l’attività svolta si configura come detenzione, o nel caso incarichi operatori terzi, si parla di intermediazione rifiuti senza detenzione.
Ciò che nello specifico concerne il suo operato nel collegare il produttore o detentore dei rifiuti speciali al trasportatore o direttamente alla destinazione finale è attestato e riportato dalla documentazione che è tenuto a produrre.
Con l’entrata in vigore del RENTRI, il Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti, moduli e formulari sono stati digitalizzati, ma l’adeguamento alla norma consente un periodo di adattamento nel quale possono coesistere versioni digitali e cartacee della documentazione.
Gli obblighi documentali di chi opera nell’intermediazione rifiuti si possono riassumere nei seguenti:
- tenuta, vidimazione e conservazione del Registro di carico e scarico;
- conservazione di una delle copie del Formulario di Identificazione;
- invio del MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale) alla Camera di commercio di competenza.
Il fatto di ricorrere ad un’impresa per la gestione ambientale, quindi ad un intermediario, consente all’azienda responsabile della produzione dei rifiuti di avere un interlocutore affidabile che possa garantire la miglior soluzione per l’avvio a destino dei rifiuti.
Ecodep è specializzata nella gestione di rifiuti CER 150110* con due linee di trattamento specifiche.
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Intermediazione rifiuti: come avviene la corretta gestione dei rifiuti
La prima attività che riguarda la corretta gestione dei rifiuti è la loro classificazione. I rifiuti speciali, che si tratti di rifiuti pericolosi e non pericolosi indistintamente, vanno identificati a seconda della tipologia di rifiuto e a ciascuno va attribuito un codice univoco, denominato codice CER.
Questo primo momento consente di avviare le procedure successive che si distinguono in base ai diversi tipi di rifiuti: i rifiuti da attività commerciali possono infatti richiedere un trasporto di un certo tipo mentre lo smaltimento di rifiuti liquidi su base acquosa derivanti da attività produttive o ancora i rifiuti da lavorazioni industriali necessitano di mezzi dedicati.
Proprio l’attività di trasporto, infatti, va organizzata successivamente e conformemente a quanto previsto dalla normativa, nel caso di rifiuti speciali pericolosi, il trasporto in regime ADR, per citare un esempio.
Nell’intermediazione rifiuti è consuetudine da parte di chi effettua il trasporto procedere con operazioni di raccolta in cui i rifiuti aziendali vengono raggruppati in maniera di facilitare l’avvio al recupero o smaltimento.
Come detto, tra gli adempimenti che spettano all’intermediario vi è anche la gestione della parte documentale, questa spetta in primis ai produttori di rifiuti speciali, ma nel momento in cui prende avvio l’iter di recupero o smaltimento, è richiesto dalla normativa di mantenere costantemente la tracciabilità.
Con la documentazione relativa al trasporto, il FIR (Formulario di Identificazione dei Rifiuti) nello specifico, si precisano le informazioni che riguardano gli imballaggi e le etichettature dei rifiuti da lavorazioni industriali, oltre ai mezzi impiegati nel transito e l’indicazione della scelta del percorso che andranno ad effettuare per raggiungere gli impianti di destinazione.
Quando è consentito lo smaltimento in discarica?
Quanti e quali sono gli impianti di destinazione coinvolti nella gestione dei rifiuti aziendali?
L’avvio a smaltimento o recupero dipende chiaramente dalla tipologia di rifiuto, per questa ragione è fondamentale averlo identificato correttamente all’inizio dell’iter.
Le tipologie di impianti si possono identificare con le seguenti:
- impianti di trattamento chimico-fisico dei rifiuti che consentono il trattamento delle acque reflue che non possono essere trattate con impianti biologici;
- impianti di trattamento biologico dei rifiuti in cui il rifiuto residuale viene sottoposto a separazione in frazione umida e secca;
- impianti di inertizzazione dei rifiuti nei quali le sostanze inquinanti vengono inglobate, con processi chimici, fisici o entrambi, in una matrice inerte;
- impianti di recupero di materia che guardano alla sostenibilità promuovendo un nuovo ingresso nell’economia del rifiuto;
- impianti di recupero energetico come ad esempio i termovalorizzatori;
- discariche.
Nella corretta gestione dei rifiuti provenienti dalle attività produttive viene individuato per ogni scarto l’impianto più idoneo allo smaltimento o alle attività di recupero, ma va specificato che lo smaltimento in discarica si limita a poche tipologie di rifiuti.
Al fine di incoraggiare l’economia circolare, l’Unione Europea ha disposto per gli Stati membri l’obbligo di vietare, per gli scarti recuperabili, il conferimento in discarica entro la data del 2030.
Già all’art. 179 del Codice Ambientale (il citato D. Lsg 152/2006) il conferimento in discarica costituisce l’ultima opzione prevista per il trattamento dei rifiuti.
Il divieto di smaltimento in discarica non riguarda però quei rifiuti per i quali il collocamento in discarica produce il miglior risultato ambientale. Va detto che in materia di trattamento dei rifiuti speciali le normative sono in costante modifica e revisione, le norme nazionali e regionali devono infatti tenere conto delle direttive comunitarie e le tipologie di scarti conferibili in discarica sono sempre più ridotte.
Per le aziende e le attività produttive è importante affidarsi ad un partner di consolidata esperienza nell’intermediazione rifiuti. Il corretto smaltimento di rifiuti da lavorazioni industriali è normato da obblighi, prima che dall’etica ed è importante avvalersi della consulenza di figure professionali competenti e affidabili.
Ecodep si occupa della gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi da oltre 30 anni in Sicilia e offre alle aziende un servizio completo che va dalla raccolta al trasporto fino al conferimento presso gli impianti di recupero e smaltimento.