Telai di computer, scocche di smartphone, film biodegradabili per gli imballaggi e materiali per il risanamento ambientale. Per produrre tutto questo potrebbe bastare un’unica filiera, figlia della moderna economia circolare.
A concretizzarla sarà il progetto europeo RES URBIS (REsources from URban Bio-Waste), iniziativa di ricerca dedicata alla valorizzazione dei rifiuti organici municipali.
Saranno proprio gli scarti cittadini, infatti, le materie prime seconde da cui ottenere nuove bioplastiche finalizzate a differenti applicazioni.
Dai rifiuti organici alla bioplastica
I rifiuti di partenza saranno la frazione organica della differenziata, proveniente da famiglie, ristoranti, e punti vendita al dettaglio, i fanghi di trattamento delle acque reflue urbane, le potature di giardini e parchi, e altri flussi di rifiuti “più ostici” come i pannolini. In cambio, RES URBIS fornirà prodotti che includano polimeri poliesteri termoplastici, biosolventi e fibre.
“Il potenziale impatto applicativo di RES URBIS – aggiunge Majone coordinatore del progetto– è molto elevato se si pensa che più di 300 milioni di europei vivono in aree urbane o metropolitane e che ognuno di questi abitanti europei produce in media ogni giorno più di 100 grammi di sostanza organica di scarto, il cui recupero e valorizzazione è attualmente piuttosto limitato; sono quindi evidenti le positive ricadute ambientali, economico e occupazionali che possono derivare dalla messa a punto di tecnologie innovative che consentano la trasformazione di quest’enorme flusso di materiale organico in prodotti utili e con effettivo valore di mercato”.
[fonte:rinnovabili.it]